E’ stato un lavoro duro convincerla. Ci conoscevamo, ma l’idea mi viene in mente quando siamo al fast food. Fa tante storie prima di dire ok e venire da me. Non è tanto il fatto che non le piaccia il mio aspetto, né il fatto che sa che la sto invitando per fare qualche porcata. Quello che credo la freni sia il fatto che non è una che si infila cazzi nella vagina fossero patatine fritte nella bocca. Quindi deve fare per forza quella che se la tira e io non posso trattarla come una zoccola.
Per fortuna con qualche complimento e un po’ di ipocrisia riesco a metterla davanti alla videocamera.
Per ammansirla comincio con qualche bacio romantico alla bocca, e qualche altro bacio, più sensuale, alla fighetta. E’ tutto quello che serve per convincerla.
So dal modo in cui mi guarda che quella che mi aspetta sarà una scopata che ricorderò per molto tempo. Non troppo nel profondo è questo che vuole la ragazza. Basta guardarla attentamente. I suoi vistiti sono seri, è vero, ma poi le guardi le calze: autoreggenti. Sbirci nella scollatura e vedi il reggiseno rosa shock. La sua natura di troietta vuole venire fuori e io le do l’occasione di prendere il sopravvento.
Mi siedo accanto a lei con il cazzo che punta allo zenit. Faccio fare a lei, con i suoi tempi. Si alza e mi fodera il cazzo con la sua fighetta, stretta e liscia come seta bagnata. Trattiene i gemiti, ma la videocamera riprende la sua espressione da troia arrapata.
Ci vogliono solo pochi minuti prima di scoparla come si deve sbattendola a pecora e facendola urlare.
Le vengo addosso. Finiamo. Ma non ne ho ancora abbastanza. Si infila nella vasca piena d’acqua saponata e io la raggiungo per l’ultima prova.