Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Mi sono preparato bene. Non volevo farmi trovare senza essermi abituato e rassegnato a questo inevitabile esito. Da quando ci siamo messi assieme io e mia moglie abbiamo capito che non poteva durare a lungo, almeno non senza qualcuno che a un certo punto mi sostituisse. È difficile per me parlarne, sapete? Voi andreste in giro a parlare del vostro cazzo se non fosse abbastanza grande, almeno non quanto quello dei vostri amici? Io ho sempre avuto questo problema. Nascondermi quando andavamo in palestra. Restare sempre di spalle agli altri durante la doccia, coprirmi subito con l’accappatoio. Oppure scappare subito a casa per evitare gli sfottò e le battutine che inevitabilmente si scagliavano su di me. Sia per il mio cazzettino minuscolo, sia per il mio atteggiamento di riservatezza. Ma torniamo al dunque. Quando ci siamo messi insieme io sono stato chiaro con lei. Le ho detto che avevo un cazzettino davvero piccolo e insoddisfacente, che avevo paura che non fossi riuscito a soddisfarla. Lei ha detto che non le importava l’aspetto fisico. Che non sarebbe stato un problema. Certo poteva dirlo il primo giorno. Ma negli anni la troietta ha sempre di più sentito il peso di una mancanza di sfogo. Voleva tornare a godere. Così dopo un intenso ragionamento siamo stati d’accordo di chiamare un giogolo. Un ragazzo nero dal cazzo enorme e duro era proprio l’ideale per far godere un po’ la mia mogliettina insoddisfatta. La troia si è messa subito a lavorare al suo uccello. Si è fatta impalare in più posizioni. Ha urlato come non le avevo mai sentito fare. A pecora, a gambe aperte, da dietro e supini l’uno a fianco all’altro. Quella puttana si è fatta scopare recuperando gli anni senza godimento.